venerdì 31 gennaio 2014

Follie napoletane.

Follie napoletane.

   Beh, a quel punto, se io dovevo avere l'ultima parola, allora avrei proposto qualcosa che avevo in testa da parecchio tempo. Ovvero, volevo che il nostro rapporto facesse un ulteriore step. Non so se avrebbero accetato, però me la volevo giocare.
- Si può fare. Dormirò con Pietro, a patto che da oggi in poi, tra di noi, non vigerà più la regola che vieta di baciarci.
- Sei proprio un inguaribile romantico - disse Carla, e quasi le brillavano gli occhi.
- E va bene - Roberta sembrò piuttosto amaraggiata. L'idea che io potessi baciare un'altra donna non sembrava andarle giù. - Però vacci piano con quella lingua, tesoro. E tu Carla, non me lo consumare troppo.
   Evviva! Avevo ottenuto la mia piccola vittoria. Pietro non ebbe nulla da ridire. A lui la cosa non faceva ne caldo ne freddo. Lui non era un romantico. A lui bastava avere un buco da riempire, e poi tutto il resto era piuttosto superfluo. In ogni modo, il treno entrò nella stazione di Napoli. Per quanto riguarda il calore dei napoletani, devo riconoscere che Carla aveva ragione. Le minigonne di Carla e Roberta non erano passate inosservate, e dopo cinque minuti due ragazzi che sfrecciavano sul motorino rivolsero un commento molto colorito nei loro confronti.
- Uah, che zoccole!
E l'altro: - Me chiavasse a tutt'e duje! Me facesse culo e pucchiacca!
   Le ragazze scoppiarono a ridere. Ci dirigemmo verso l'albergo per posare i bagagli e riposarci un pò. Avremmo dormito in stanze separate, però essendo ancora giorno, decidemmo di starcene tutti insieme. Io e Pietro ci stendemmo sul letto a guardare le ragazze che disfacevano le valigie. Poi ad un certo punto Carla disse a Roberta: - Ti va di fare una follia?
- Che follia? - domandai io.
- Mica ho detto a voi. Questa è una follia che riguarda solo noi due. Allora, Roberta, come ti dicevo, ti va di fare una cosa?
- Che genere di cosa?
- Spogliati.
- Spogliarmi?
- Sì, completamente.
- Va bene, come vuoi.
   Roberta iniziò a spogliarsi, e in qualche attimo fu completamente nuda. A quel punto si spogliò anche Carla. Io e Pietro ci guardammo con molta perplessità. Cos'era quella storia? Poi Pietro mi disse con un filo di voce, che secondo il suo parere la vacanza era cominciata piuttosto bene. A quel punto Carla prese la mano di Roberta e la portò verso la portafinestra, la aprì e uscirono sul balcone. Accidenti, eravamo al primo piano! Chiunque le avrebbe viste! A quel punto iniziarono a sbracciarsi e a salutare la gente che passava di sotto, e iniziarono a volare commenti osceni da tutte le parti.
- Ciao! - urlò Carla salutando alla rinfusa. - Ehi stallone, perchè non vieni ad ingropparmi?
- Uah, che patana ca tieni! - urlò qualcuno da sotto.
- è tutta tua! Vieni a prenderla! - rispose lei.
- E questo ti piace? - urlò Roberta facendogli vedere il culo.
- To sfunass! - rispose quello.
   Poi rientrarono in camera ridendo a crepapelle.
- La volete smettere di fare le stupide? - domandai.
- Macchè! Ma se abbiamo appena cominciato! - a quel punto le ragazze uscirono nel corridoio dell'albergo correndo come matte e andarono a bussare ad una delle camere.
   Io e Pietro le guardammo dalla soglia della nostra porta per vedere cosa stavano combinando. Dalla camera a cui avevano bussato uscì un signore sulla cinquantina in vestaglia, che nel vedersi due tope come Carla e Roberta, completamente nude davanti alla propria porta, rimase completamente allibito.
- Salve - disse Roberta. - Siamo le sue nuove vicine di stanza. Abbiamo ritenuto opportuno venire a presentarci.
- E avete fatto benissimo - rispose lui.
- Noi saremo qui per un paio di notti - disse Carla. - Se le venissero certe voglie porche, non deve fare altro che chiamarci. Sa, la mia amica è molto brava con la bocca. Io invece sono specializzata nel sesso anale. Non si faccia scrupoli, siamo due vere zoccole.
   A quel punto, sempre ridendo e correndo, ripercorsero tutto il corridoio fino a ritornare in stanza. Roberta era stremata per la corsa, così si buttò sul letto, con le cosce oscenamente aperte. E pietro si tirò giù la lampo dei jeans e tirò fuori il suo cazzo mostruosamente eretto.
- Senti, a me tutto sto movimento m'ha messo un certo appetito. Voi permettete che mi faccia una sveltina? - domandò.
   A quel punto si mise sul corpo di Roberta e infilò il cazzo nella sua vagina, e iniziò a sbattersela, senza neanche togliersi i vestiti. Andava come una macchina e Roberta ansimava di piacere. Io e Carla ci mettemmo a sedere su delle poltroncine a guardarci lo spettacolo in silenzio. Pietro pompò per circa un quarto d'ora, poi fece uscire il cazzo fuori e iniziò a schizzare su pancia e tette di Roberta. A quel punto Carla, che aveva assistito come me in religioso silenzio a tutta le scena, mi sorrise.
- La tua fidanzata è piena di schizzi di sborra - mi disse. - Da buon fidanzato sarebbe opportuno che l'aiutassi a ripulirsi. Con la lingua.
- Ma sei matta? - gli dissi.
- E dai, cosa vuoi che sia?
   Pietro e Roberta mi guardavano. Aspettavano una mia decisione. A quel punto mi alzai dalla poltrona e andai da Roberta. Lei mi sorrise, e mi fece capire che la cosa che stavo per fare le piaceva molto. Così tirai fuori la lingua e leccai le lunghe schizzate di sborra di Pietro. In quel momento pensavo: che cavolo sto facendo? Eppure mi eccitava un casino farlo. E quindi con la lingua andai su e giù, lungo la pancia di Roberta, fino a far scomparire tutte le tracce del seme di Pietro. A quel punto Carla e Pietro mi fecero un applauso e Roberta mi diede un lungo bacio con la lingua.

Postato da Andrea.

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