Ta-dan!
(in foto: Lia Fire, Group Sex is Trendy, DDFProd.com)
Carla la portò
in bagno e chiuse la porta. Io ero un po’ turbato, e c’avevo il cuore in bocca,
tanto che mi veniva pure difficile respirare. Pietro se la rideva e mi versò
del vino nel bicchiere. Intanto sentivamo dal bagno le due ragazze farsi un
sacco di risate, ma Roberta di tanto in tanto borbottava. Devo essere onesto,
non sapevo se comportarmi in modo rilassato o farmi prendere dalla tensione. Ma
vidi che quel che stava avvenendo nel piccolo monolocale era un qualcosa di
completamente naturale per Pietro. D’altronde perché sarebbe dovuto essere un
qualcosa di sbagliato? Io e Roberta avevamo spesso praticato il nudismo in
spiaggia, e non c’era mai stato imbarazzo. Ma qui la storia era diversa. Qui si
trattava dei nostri migliori amici.
E poi, dal momento che migliaia di internauti
avevano avuto modo di vedere Carla al naturale, nuda e cruda come l’aveva fatta
la mamma, sarebbe stato stupido da parte di Pietro provare un senso di fastidio
nel momento in cui si era mostrata nuda ai miei occhi, agli occhi di un altro
uomo.
La porta del bagno si spalancò di nuovo, e
questa volta, insieme a Carla, anche Roberta non indossava nient’altro che una
mascherina dai tratti felini. Si misero entrambe in pose da pin-up e questa
volta esultarono insieme: “ta-dan!”.
Mezz’ora dopo eravamo seduti a tavola; le
ragazze avevano costretto a indossare delle mascherine anche a noi. Ma le
nostre avevano tratti animaleschi differenti, parevano infatti essere
caratterizzate da tratti cagneschi più che felini. Avevamo tolto i vestiti e
non riuscivamo proprio a tenere a freno le nostre erezioni. Le nostre ragazze
erano sedute sulle nostre gambe, e ci infilavano in bocca pezzi di coniglio. Ma
forse non mi sono spiegato bene; Carla era seduta sulle mie gambe, e il mio
cazzo premeva contro il suo culo morbido e tondo. Roberta, a sua volta, era
seduta sulle gambe di Pietro. E immagino che anche lei avesse il cazzo eretto
di lui piantato contro il buco del culo. E mentre ci imboccavano con le mani,
senza dover usare le posate, non facevo altro che pensare al fatto che era
tutto molto surreale. Sembrava uno di quegli strani sogni, dove poi al mattino
ti svegli con una chiazza di sborra nelle mutande, perché durante la notte hai
eiaculato abbondantemente per via di un onirica visione che hai avuto durante
il sonno. Ma era tutto vero. E vedevo Carla imboccarmi il coniglio che aveva
cucinato; mi guardava dai forellini della maschera, vedevo i suoi occhi verdi
fissarmi, con un sorriso di complicità.
Sentivo le sue dita infilarsi nella mia
bocca, portandoci il cibo dentro, e poi gliele leccavo. C’aveva le unghie ben
curate, non lunghe, ma belle, e le dita erano tozze. Guardai in direzione di Roberta;
la situazione era la stessa. La mia ragazza infilava, con la stessa lentezza e
la stessa carica erotica, pezzetti di coniglio nella bocca di Pietro.
- Chi comincia?
– chiese Carla.
- A fare cosa? –
domandò Roberta girandosi verso di noi.
- A raccontare
un aneddoto piccante che vi riguarda.
- Cosa?! – Roberta
sbottò in una risata. – Vuoi prenderci in giro? E da dove dovremmo tirarlo
fuori?
- Non mi dite
che non vi è mai capitato niente di eccitante. Andiamo, confessate i vostri
peccati.
Postato da Andrea.
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