mercoledì 29 gennaio 2014

Il soffocone del riscatto.

Il soffocone del riscatto.
(in foto: Ariel Adore, Facialabuse.com)

   Roberta lo ricordava bene come si fa un soffocone; si tolse i vestiti e si mise sul divano, con le gambe sul poggiatesta e la testa verso il basso. A Pietro non sembrava vero che Roberta si stesse offrendo per un soffocone, e così avvicinò il cazzo alla sua bocca e lo infilò dentro, e iniziò a pompare. Era la prima volta che vedevo Carla completamente spiazzata; probabilmente non aveva mai visto una cosa del genere, e così pensai che era arrivato il momento di vendicarmi. Carla, per carità, era una mia grande amica. Ma dopo quello che era successo l'ultima volta, sentivo veramente il bisogno di darle una lezione. D'altronde era stata lei ad architettare tutto. E così le dissi: - Mettiti a fianco a Roberta, nella sua stessa posizione.
E lei: - Cosa?! Ma sei matto? Vuoi farmi soffocare?
- Dai, faccio piano. Vedrai, ti piacerà da impazzire.
- E va bene - disse. - Ma se mi fai male ti faccio inculare di nuovo da Pietro.
   Intanto Pietro pompava la bocca di Roberta, da cui schizzava un quantitativo impressionante di saliva, che le scorreva sulla faccia fino a cadere sul pavimento. Carla si mise nella stessa posizione, un pò scettica in realtà, e aspettò che con la punta del cazzo mi avvicinassi alla sua bocca. Le dissi di aprirla bene, e così mi feci strada al suo interno con tutta l'asta. A quel punto iniziai a scoparmi la sua faccia proprio come Pietro stava facendo con la mia fidanzata, e le mie palle sbattevano contro il suo naso. Dopo cinque minuti che stavo pompando decisi di darle tregua, e feci uscire il cazzo dalle sue labbra. Aveva l'affanno e gli occhi arrossati e la faccia completamente ricoperta dalla sua stessa saliva.
- Oddio! - bofonchiò. - Sono esausta!
- Dai, ci sono quasi. Resisti un altro pò - le infilai nuovamente il cazzo in bocca e continuai a pompare, come se le sue labbra fossero la sua figa.
   Intanto Pietro lo aveva tirato fuori, e mentre Roberta gli leccava le palle lui si masturbava e sborrava copiosamente dappertutto. Io mi sentivo una furia, continuavo a pompare con decisione, poi Carla cominciò a darmi degli schiaffi sulle gambe, e allora capii che forse la cosa non era di suo gradimento, e allora mi fermai. Le liberai la bocca e lei riprese fiato tenendosi una mano alla gola. Anche il suo viso era inondato della sua stessa saliva.
- Carla, stai bene? - le domandò Roberta.
   Carla fece di sì con la testa. Ma a quel punto dovevo sborrare, così iniziai a masturbarmi proprio davanti al suo viso, e mentre riprendeva fiato cominciai a fiottarle in faccia. Ci acquietammo per un quarto d'ora, poi Carla decise di andare a fare una doccia e andò verso il bagno. Restammo solo noi tre sul divano, ma siccome Roberta e Pietro erano intenti a farsi delle romantiche effusioni e a sussurrarsi cose porche all'orecchio, io mi sentii un pò escluso. E così raggiunsi Carla in doccia. Mi misi sotto il getto d'acqua insieme a lei e le insaponai la schiena, e poi con le mani raggiunsi le sue tette, premendole una contro l'altra. Il cazzo mi era ritornato duro, e premeva contro le sue natiche.
- Ti chiedo scusa - le dissi.
- Dì la verità, volevi vendicarti. Non è così?
- Un pò - risposi.
- Sei proprio uno stronzo.
- Dai, adesso mi faccio perdonare.
   Mi inginocchiai e Carla allargò le cosce, e mi ci infilai con la faccia in mezzo, e con la lingua mi feci strada nella sua folta peluria, arrivando alle labbra e leccandola con decisione. Carla iniziò ad ansimare di piacere e mi teneva una mano tra i capelli e mi spingeva. Adesso era lei che mi stava soffocando, ma mi piaceva. Adoravo quell'odore di sudore che aveva lì sotto, e me ne riempii la bocca, fino a farle raggiungere l'orgasmo.
   E così arrivò venerdì. Partimmo per Napoli con il treno delle nove del mattino. Tutti ci chiedevamo cosa sarebbe successo, ad eccezione di Carla, che sembrava avere le idee chiare su quello che sarebbe avvenuto.

Postato da Andrea.

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