mercoledì 22 gennaio 2014

Fare pace.

Fare pace.

   Erano secoli che non godevo così! Eh si perchè l’ano può dare molte soddisfazioni, anche molte molte di più di quelle che può dare la figa ma sono cose difficili da spiegare e dato che stiamo scrivendo la nostra storia anche per rendervi partecipi di tutto quello che abbiamo imparato insieme permettetemi una piccola digressione prima di raccontarvi quello che accadde dopo. Quello che avete letto dall’ultimo racconto di Andrea non è proprio la verità, o meglio non tutta, perchè se c’è una cosa che dovete avere ben chiara quando leggete di noi è che non tutto è sempre come appare. Andrea vi descritto quello che chiunque fosse stato là quella sera avrebbe potuto vedere: due donne che se le danno di santa ragione per gelosia, in realtà c’è anche di più. Quello che Andrea non poteva sapere e finora nemmeno voi era che quella mano nel culo non fu del tutto capitata, me l’ero proprio cercata, per più di un motivo. Innanzitutto perchè era importante che Roberta sfogasse la rabbia tipica di chi si sente in pericolo, solo liberandosene quello che avevo in mente per noi quattro sarebbe potuto realizzarsi. Come avrete notato infatti ci tenevo molto a mantenere la direzione dei giochi ma non lo facevo in modo casuale, il mio scopo era ben preciso, dovevo solo assicurarmi che ci fossero tutte le condizioni giuste per comunicarlo anche agli altri tre. Spero mi scuserete, loro lo faranno di sicuro, se quindi all’inizio sono stata costretta a trattarli un pò da pedine del mio gioco, come diceva qualcuno il fine giustifica i mezzi e nel nostro caso i mezzi non erano poi così spiacevoli. L’altro motivo invece ci riporta all’inizio della questione: la mia profonda passione per il piacere anale. Di questa scoperta non ringrazierò mai abbastanza il mio primo fidanzatino, ma è una storia che risale ai miei 16 anni e ve la racconterò un’altra volta, per ora vi basti sapere che si avete letto bene, lo prendo nel culo da quando avevo 16 anni e ora che ne ho praticamente il doppio anche il mio piacere di essere presa da là è cresciuto con me. Al contrario di quanto si possa pensare, a prenderlo nel culo non ci si abitua mai ed è esattamente questo il bello! E’ un pò come tornare vergini ogni volta e non è importante la dimensione di ciò che entra, si può godere perfettamente con un cazzo modesto quanto con un’intera mano appunto, perchè quello che conta non è il culo ma la testa! Si è un fatto di testa come mi insegnò quel mio primo fidanzatino: a tutte le ragazze piace prenderlo nel culo, solo che alcune non lo sanno ancora, mi diceva e mai frase fu più vera. Ma torniamo alla nostra storia, prendere tutta la mano di Roberta nel culo non fu certo una passeggiata come non lo fu farla uscire ma dovendo mantenere la mia parte, nascondere l’orgasmo che ne derivò fu altrettanto difficile, nessuno sospettò che quella mano me l’ero goduta come poche cose al mondo, e così quando le acque si calmarano e il mio buco riprese una forma più o meno regolare mi ritrovai a dover consolare Roberta dalle sue lacrime senza poterla ringraziare come avrei voluto. 
- Dai tesoro non fare così, io lo so che tu mi vuoi bene, anzi io so che mi ami proprio, forse è stata colpa mia, ho provocato troppo il tuo Andrea e me lo sono meritata, ma non temere non accadrà più, so che è tuo e non voglio rubartelo - 
- Ma no che dici?! Sono stata una stronza, non dovevo reagire così e poi tu non sei una puttana qualunque, con te sarebbe diverso, ti prego perdonami - 
- E tu perdona me -. 
Tutta la mia sceneggiata avveniva sotto gli occhi sempre più increduli dei nostri uomini che per rispetto rimasero in silenzio senza riuscire a smettersi di segarsi anche se sembrava un pò irrispettoso, ma i maschi sono così. 
– Senti, per fare pace del tutto che ne diresti di darcelo tra noi quel famoso bacio? – 
A queste mie parole i due cazzi svettarono come impazziti e la sega divenne sempre più furiosa mentre le nostre lingue si intrecciavano, leccandosi e ricoprendosi a vicenda di saliva. Pietro fu il primo a cedere lasciandosi andare ad una sborrata di quasi mezzo litro che finì diretta sui nostri visi ancora attaccati in quel bacio d’amore.
 – Cazzo non resisto ci sono anche io – volle avvisarci Andrea. 
– No tu no! – gli intimai severa al punto che smise di colpo di masturbarsi. 
– Tu sei stato la vera colpa di tutto questo quindi adesso vieni qua e fatti perdonare anche tu -. 
Andrea non osava muoversi, non aveva capito cosa volessi e dovetti fare io in modo di continuare a limonare con Roberta inserendo tra le nostre lingue la sua cappella di fuoco. Non fu un vero e proprio pompino a due bocche perchè ad Andrea bastò il contatto con le nostre lingue per cacciare fuori anche l’anima sborrando come una maiale, una quantità indescrivibile di seme maschile che io e la mia ritrovata amica ci trovammo a dividerci spingendocelo affettuosamente da una bocca all’altra.              


Postato da Carla.

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