domenica 26 gennaio 2014

Quando il gioco si fa duro.

Quando il gioco si fa duro.


   Scoparci Andrea non fu assolutamente difficile. I cazzi finti che avevo comprato per l’occasione riproducevano alla perfezione le dimensioni dei due maschioni della ronda, io indossai quello più lungo ma sottile che somigliava a quello di Andrea, mentre Roberta assunse il ruolo di Pietro con il suo cazzo più corto ma decisamente più largo. Cominciai io perchè ero più pratica e non volevo rovinare quel gran bel culo con una manovra avventata. Mentre i due fidanzatini pomiciavano appassionatamente preparai con la dovuta attenzione il forellino peloso di Andrea tanto che scivolargli dentro fu una vera passeggiata. Sulle prime non sembrava gradire particolarmente l’invasione ma nemmeno lamentarsene più di tanto e si lasciò scopare buono buono finchè il suo buco non trovò un’apertura accettabile da cederlo alla mia amica Roberta che invece ci andò giù pesante, riuscendo finalmente a far godere anche Andrea di quell’inusuale rapporto. Andammo avanti per un bel pò alternandoci tra le chiappe di Andrea finquando si arrese stremato, ma noi non avevamo ancora goduto quindi lo obbligammo ad inginocchiarsi e gli offrimmo i cazzi finti alla bocca, Andrea passava mugolando da una cappella all'altra, con l’abilità di una puttana da strada.

Decisi che per venire mi sarei fatta leccare la fica. Feci inginocchiare Andrea e lui si chinò in avanti, e quello fu il segnale per i miei complici per passare alla seconda parte del gioco di cui tutti eravamo a conoscenza meno ovviamente il povero Andrea. Accolsi la sua testa tra le cosce impedendogli di accorgersi di cosa sarebbe accaduto nella stanza. Cominciò a lavorare di lingua, con il suo solito impegno e Roberta ne approfittò per andare ad aprire la porta di nascosto.

Gli tenni la testa incollata ai miei peli, prendendogli con decisione per la nuca con la mia mano grassoccia. 
- Aaahiii!!! -

Il grido di Andrea si diffuse nella stanza come la sensazione di dolore lancinante al buco del culo. Fu solo a quel punto che realizzò che non si trattava di Roberta in preda ad un nuovo raptus inculatorio.
 - Pietro ma che cazzo fai?  - protestò. 
-Hai sbagliato nome, ma come non mi riconosci? Sono il tuo amichetto Raffaele! - 
- Sei uno stronzo! - 
- Coraggio, fai il bravo...ho visto che non hai perso le vecchie abitudini - gli rispose lui, con voce gentile e decisa, continuando a spingere e tenendolo fermo per i fianchi con mani.

Andrea poteva sicuramente ribellarsi, scalciare, urlare, ma temeva di passare da guastafeste in un gioco così ben architettato. 
- Tiralo fuori, non mi piace, non sono un frocio...- 
- Nemmeno io sono un frocio, cosa credi? - rispose lui un po' stizzito, - ma sono ore che ho il cazzo dritto, ed il tuo è l'unico buco libero che ho trovato, visto che le amichette con cui te la fai ne hanno uno grosso anche loro! - 
- Ma io non voglio...- 
- Ehi amico, ascolta bene. Siamo qui per divertirci tutti quanti insieme, senza stupidi tabù e senza piantare grane. Cerca di lasciarti andare e prova a divertirti anche tu. – intervenni autoritaria. 
- Ma mi fa male...- 
- Per forza, se continui ad agitarti così! Rilassati e vedrai che andrà tutto molto meglio. E pensa a quante volte hai fottuto nel culo in vita tua, fregandotene se sentivano dolore o meno. -

Ebbi il potere di zittirlo.

Rassegnato, tornò a girarsi per immergersi con tutto se stesso nella mia fica con il cazzo del mio amico nel culo.

Per riflesso i suoi muscoli anali si contraevano in modo assolutamente doloroso contro il cazzo durissimo che continuava a stantuffare nelle sue viscere.

Non solo lo stava prendendo vigorosamente nel culo, ma tutto questo avveniva sotto gli occhi attenti della sua ragazza. Guardandola negli occhi cercò di contenere il piacere fisico, lasciando ogni tanto scappare qualche sospiro più rumoroso a bocca aperta. 
Gli sussurrai approvando - Perfetto, ottimo così! -  
 e “Raffaele” preso da una smania di esibizionismo, alzò la gamba in modo che Roberta potesse ammirare di fianco lo spettacolo del cazzo che entrava e usciva dal buco e magari le sarebbe venuta voglia di sostituirsi al fidanzato.

Io intanto grugnivo, mugolavo, gli dicevo le porcate più assurde 
- Sì... godi... prenditi questo cazzo nel culo... te lo sfonda... sei una troia...- 
A quel punto intuimmo che  Pietro stava per venire. "The show must go on".

Andrea gli sussurrò con molta discrezione, per non farsi sentire - Non fare cazzate, vienimi dentro -. Lui rispose ad alta voce - Sì, troia... ti schizzo dentro come vuoi tu... ti innaffio l’intestino di sperma...- e con cinque sei colpi ben assestati, per lui lancinanti, si portò oltre il limite, lanciando un grido stile Tarzan.

Fece non meno di sei sette schizzi intensi. A ogni schizzo il suo cazzo gli vibrava nel culo.

Finita la sceneggiata Pietro riprese fiato 
- Cazzo, mi è piaciuto un sacco farti il culo, lo sai? Non me l'aspettavo...- 
- Vaffanculo! Sei uno stronzo! - con una voce un po' piagnucolosa.

Postato da Carla.

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