Quando il gioco si fa duro.
Scoparci Andrea non fu
assolutamente difficile. I cazzi finti che avevo comprato per l’occasione
riproducevano alla perfezione le dimensioni dei due maschioni della ronda, io
indossai quello più lungo ma sottile che somigliava a quello di Andrea, mentre
Roberta assunse il ruolo di Pietro con il suo cazzo più corto ma decisamente
più largo. Cominciai io perchè ero più pratica e non volevo rovinare quel gran
bel culo con una manovra avventata. Mentre i due fidanzatini pomiciavano
appassionatamente preparai con la dovuta attenzione il forellino peloso di
Andrea tanto che scivolargli dentro fu una vera passeggiata. Sulle prime non
sembrava gradire particolarmente l’invasione ma nemmeno lamentarsene più di
tanto e si lasciò scopare buono buono finchè il suo buco non trovò un’apertura
accettabile da cederlo alla mia amica Roberta che invece ci andò giù pesante,
riuscendo finalmente a far godere anche Andrea di quell’inusuale rapporto. Andammo
avanti per un bel pò alternandoci tra le chiappe di Andrea finquando si arrese
stremato, ma noi non avevamo ancora goduto quindi lo obbligammo ad
inginocchiarsi e gli offrimmo i cazzi finti alla bocca, Andrea passava
mugolando da una cappella all'altra, con l’abilità di una puttana da strada.
Decisi che per venire
mi sarei fatta leccare la fica. Feci inginocchiare Andrea e lui si chinò in
avanti, e quello fu il segnale per i miei complici per passare alla seconda
parte del gioco di cui tutti eravamo a conoscenza meno ovviamente il povero Andrea.
Accolsi la sua testa tra le cosce impedendogli di accorgersi di cosa sarebbe
accaduto nella stanza. Cominciò a lavorare di lingua, con il suo solito impegno
e Roberta ne approfittò per andare ad aprire la porta di nascosto.
Gli tenni la testa
incollata ai miei peli, prendendogli con decisione per la nuca con la mia mano
grassoccia.
- Aaahiii!!! -
Il grido di Andrea si
diffuse nella stanza come la sensazione di dolore lancinante al buco del culo.
Fu solo a quel punto che realizzò che non si trattava di Roberta in preda ad un
nuovo raptus inculatorio.
- Pietro ma che cazzo fai? - protestò.
-Hai sbagliato nome, ma come non
mi riconosci? Sono il tuo amichetto Raffaele! -
- Sei uno stronzo! -
- Coraggio,
fai il bravo...ho visto che non hai perso le vecchie abitudini - gli rispose
lui, con voce gentile e decisa, continuando a spingere e tenendolo fermo per i
fianchi con mani.
Andrea poteva
sicuramente ribellarsi, scalciare, urlare, ma temeva di passare da guastafeste
in un gioco così ben architettato.
- Tiralo fuori, non mi piace, non sono un
frocio...-
- Nemmeno io sono un frocio, cosa credi? - rispose lui un po'
stizzito, - ma sono ore che ho il cazzo dritto, ed il tuo è l'unico buco libero
che ho trovato, visto che le amichette con cui te la fai ne hanno uno grosso
anche loro! -
- Ma io non voglio...-
- Ehi amico, ascolta bene. Siamo qui per
divertirci tutti quanti insieme, senza stupidi tabù e senza piantare grane.
Cerca di lasciarti andare e prova a divertirti anche tu. – intervenni
autoritaria.
- Ma mi fa male...-
- Per forza, se continui ad agitarti così!
Rilassati e vedrai che andrà tutto molto meglio. E pensa a quante volte hai
fottuto nel culo in vita tua, fregandotene se sentivano dolore o meno. -
Ebbi il potere di
zittirlo.
Rassegnato, tornò a
girarsi per immergersi con tutto se stesso nella mia fica con il cazzo del mio
amico nel culo.
Per riflesso i suoi
muscoli anali si contraevano in modo assolutamente doloroso contro il cazzo
durissimo che continuava a stantuffare nelle sue viscere.
Non solo lo stava
prendendo vigorosamente nel culo, ma tutto questo avveniva sotto gli occhi
attenti della sua ragazza. Guardandola negli occhi cercò di contenere il
piacere fisico, lasciando ogni tanto scappare qualche sospiro più rumoroso a
bocca aperta.
Gli sussurrai approvando - Perfetto, ottimo così! -
e “Raffaele” preso da una smania di
esibizionismo, alzò la gamba in modo che Roberta potesse ammirare di fianco lo
spettacolo del cazzo che entrava e usciva dal buco e magari le sarebbe venuta
voglia di sostituirsi al fidanzato.
Io intanto grugnivo,
mugolavo, gli dicevo le porcate più assurde
- Sì... godi... prenditi questo
cazzo nel culo... te lo sfonda... sei una troia...-
A quel punto intuimmo che Pietro stava per venire. "The show must
go on".
Andrea gli sussurrò con
molta discrezione, per non farsi sentire - Non fare cazzate, vienimi dentro -.
Lui rispose ad alta voce - Sì, troia... ti schizzo dentro come vuoi tu... ti innaffio
l’intestino di sperma...- e con cinque sei colpi ben assestati, per lui
lancinanti, si portò oltre il limite, lanciando un grido stile Tarzan.
Fece non meno di sei
sette schizzi intensi. A ogni schizzo il suo cazzo gli vibrava nel culo.
Finita la sceneggiata
Pietro riprese fiato
- Cazzo, mi è piaciuto un sacco farti il culo, lo sai? Non
me l'aspettavo...-
- Vaffanculo! Sei uno stronzo! - con una voce un po' piagnucolosa.
Postato da Carla.
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