martedì 21 gennaio 2014

Roberta e la masturbazione.

Roberta e la masturbazione.


   A questo punto manco solo io all’appello. Come avrete capito sono Roberta, la ragazza di Andrea, e forse anche quella che in apparenza avrebbe meno a che fare con gli altri tre. Mi spiego meglio. Andrea, Pietro e Carla sono un terzetto di amici invidiabile, uniti, affiatati e anche molto simili per certi aspetti. Io sono arrivata un pò per caso in qualità di fidanzata di Andrea e a causa del mio carattere un pò timido all’inizio sono sempre stata piuttosto riservata, o meglio, di fronte all’esuberanza di Carla mi sentivo sempre un pò in ombra. Carla però è una donna molto intelligente e con il tempo ha saputo creare tra noi un rapporto eccezionale, devo molto a lei e ai suoi consigli se oggi mi sento più sicura di me e diciamolo anche più porca! Con Andrea le cose sono sempre filate lisce, è un ragazzo splendido, molto premuroso con cui è davvero difficile litigare, ma come immagino sappiano tutti quelli che hanno vissuto una storia lunga come la nostra, alla lunga tutto questo non basta più. Finivamo per stare spesso da soli e anche il sesso iniziava a scarseggiare, non per un motivo in particolare ma come mi disse un giorno Carla quando mi confidai con lei si trattava di “noia da cazzo troppo conosciuto”. Eravamo al punto in cui serviva una svolta, nuovi stimoli, novità. Nonostante i ripetuti inviti di Carla io non me la sono mai sentita di cercare altrove queste novità. Razionalmente le davo anche ragione, Andrea avrebbe potuto non saperlo mai e avremmo ritrovato la nostra intesa ma a cosa sarebbe servita una vita di bugie? Dentro di me il sogno era trovarle insieme queste novità ma non ero proprio la tipa da dire al mio uomo – tesoro sai ho voglia di un cazzo nuovo – e così mi accontentavo del suo, che ad ogni modo il suo dovere lo sapeva fare, in modo sempre uguale ma lo sapeva fare. Naturalmente fino a quel pomeriggio di inizio novembre. Quello di Pietro fu il primo cazzo che presi in bocca con l’avidità di chi vuole godersi un pompino e non per abitudine, dopo non so quanto tempo, e credo che anche questo in fondo sia merito della mia amica Carla. La cosa che però mi ha stupita di più è stata la tranquillità di Andrea nel vedermi impegnata sull’uccello del suo migliore amico e in quel momento realizzai che era forse questa la chiave che avrebbe potuto aprire nuove porte della nostra sessualità. Non si trattava di un cazzo qualunque ma di quello della persona giusta. Pietro era la nostra persona giusta, sicuramente perchè era ben dotato ma soprattutto perchè era una persona di cui ci potevamo fidare. Caratterialmente eravamo troppo diversi perchè io mi sarei potuta innamorare seriamente di lui ma tra noi c’era una chimica particolare che forse covava da tempo e trovò finalmente in quel pompino il modo per venire alla luce.

Dopo quel pomeriggio ripresi a fare l’amore con Andrea ma con uno slancio diverso e soprattutto riscoprii i piaceri della masturbazione ripensando ogni volta al sapore della cappella di Pietro e al modo in cui spingeva la sua lingua dentro di me, un modo diverso da quello che usava Andrea, non migliore nè peggiore, semplicemente diverso, tanto che quando ero veramente arrapata e mi infilavo la prima cosa che mi capitava sotto mano per godere chiudevo gli occhi e immaginavo una scena quasi impossibile, mi vedevo seduta aperta sulla bocca di Andrea mentre davanti avevo la testa di Pietro che indirizzavo a darmi il colpo di grazia di lingua sul clitoride fino ad esplodere tutto il mio calore. Ad Andrea non avevo ancora detto nulla di questa mia fantasia ma qualcosa mi diceva che non ce ne sarebbe stato bisogno, gli eventi mi avrebbero preceduta e potevo confidare sulla generosità di Carla che non avrebbe battuto ciglio a prestarmi la lingua del suo ragazzo per farmi raggiungere un piacere ancora più completo. Fu durante uno di quei pomeriggi di masturbazione solitaria che persi il conto del tempo e non mi accorsi che Andrea sarebbe rientrato da lavoro trovandomi sul nostro letto con la vestaglia e le gambe aperte mentre facevo andare una grossa zucchina dentro di me. Superato lo shock iniziale Andrea fu molto comprensivo come sempre e senza interrompermi si spogliò in silenzio, restando in piedi nudo e col cazzo duro davanti a me.

- Serve aiuto tesoro? – disse dolcemente proponendomi il suo arnese svettante. Ma io ero troppo presa dalle mie fantasie e non ci badai. Così lui si afferrò il membro sempre più duro e prese ad imitare il mio ritmo segandosi davanti ai miei occhi in un crescendo che portò entrambi all’orgasmo quasi contemporaneamente. Passati quei pochi secondi necessari a riprendere fiato, accettai l’invito di Andrea e sfilandomi la zucchina risposi alla sua domanda:

- Ora si, ti prego leccamela, ma fallo come faceva Pietro quel pomeriggio.

Postato da Roberta.

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